3 dicembre 2009: UXConference a Lugano

Non scrivo da un po’ e l’invito ricevuto per partecipare alla UXConference mi sembra un ottimo motivo per due righe nel blog (ne ha parlato anche Alberto qui).

E’ una conferenza che tratterà tematiche non esclusivamente tecnologiche ma comunque legate ad innovazione ed user experience, ovvero tutti i temi che SketchIn – la società organizzatrice dell’evento – conosce molto bene ma non mancheranno interessanti speaker esperti nei diversi settori di competenza. Ci sarà da divertirsi! 😉

Se siete curiosi e volete entrare maggiormente nel merito, ecco i link alla presentazione ed al programma della giornata.

Io ci sarò. Ci vediamo/conosciamo alla UXConference il 3 dicembre? 🙂

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Dropbox: backup, condivisione file e altro…on the fly

Dropbox logo

Da un po’ di tempo sto usando felicemente un servizio già approcciato da altre società ma a mio avviso mai risolto del tutto e bene, come invece è stato fatto da questa recente startup della Silicon Valley.

Dropbox è un sistema di backup, archiviazione con versioning e condivisione file completamente online. Può essere un’alternativa al classico hard disk esterno USB in cui vengono tenuti i backup dei vari computer che si hanno in casa e/o in ufficio, le foto, i video, i documenti o qualunque altra cosa vogliate archiviare o condividere.

Dropbox ha un’interfaccia web molto intuitiva tramite la quale potete accedere ai vostri dati in sicurezza da qualunque parte del mondo vi troviate con una connessione ad internet ed un browser web a disposizione. Potete anche installare l’apposita applicazione sul vostro computer Windows, Mac o Linux per accedere ai dati tramite una semplice cartella da posizionare dove preferite: potete installarla su tutte le macchine che volete e i dati saranno sempre sincronizzati bidirezionalmente in automatico (and of course: anche da e verso il web ovviamente).

Un paio di dettagli tecnologici:

  • la cartella di Dropbox è locale e la sincronizzazione è completamente gestita dal software quando si è online: in questo modo non si hanno rallentamenti lavorando direttamente sui file rispetto ad altre soluzioni che “montano” dei dischi di rete virtuali. Un contro di questa feature è che i file vengono scaricati su ogni computer in cui installate Dropbox, quindi si deve avere a disposizione lo spazio necessario nel disco fisso per ospitare tutti i file; una feature ovviamente molto richiesta è di poter scegliere le cartelle da replicare o meno sulle varie macchine: la dovrebbero realizzare a breve…
  • Dropbox utilizza Amazon S3 come servizio trasparente per l’utente. Questo è comunque garanzia di affidabilità vista l’ottima infrastruttura di ridondanza e sicurezza offerta da Amazon senza il bisogno di creare un’account apposito ad S3, gestire i dettagli tecnologici di iscrizione al servizio e i pagamenti basati sull’utilizzo di spazio e banda (come invece, ad esempio, bisogna fare nel caso di Jungle Disk).

Parlando di costi, la vostra Dropbox fino a 2 GB è gratuita ma se si vuole di più sono disponibili dei pacchetti a pagamento, come quello da 50 GB usato felicemente dal sottoscritto per 9,99 $ al mese.

Il mio consiglio è: provare per credere! 🙂

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Ragionare in ottica “by product”

Oggi mi è tornato in mente un post di Jason Fried letto il mese scorso sul blog della 37signals, di cui è socio fondatore. Parla della teoria del by product con alcuni esempi di loro importanti prodotti che sono emersi dallo sviluppo di applicazioni web. Primo tra tutti è Ruby On Rails, il famoso framework di sviluppo web basato sul linguaggio Ruby, creato da David Heinemeier Hansson (anche lui attuale partner 37signals)  durante lo sviluppo di Basecamp.

Consigliando la lettura dell’articolo intero, cito un paragrafo particolarmente significativo:

When you make something you make something else. Just like they say you can not not communicate, you can not not make something else. Everything has a by-product. Observant and creative entrepreneurs spot these by-products and see opportunities.

La sostanza è che quando si ha un’idea, anche se sembra che risolva un problema specifico, forse è possibile estrarne un nucleo utile ad altri settori, utile alla risoluzione di problemi diversi che possono però condividere la stessa piattaforma tecnologica o framework. Per legarmi a quanto dicevo nell’ultimo post: un esempio potrebbe essere di pensare ad una soluzione web generica che possa essere applicata in tanti siti verticali.

A mio avviso questo è particolarmente importante per i piccoli imprenditori e professionisti, che possono trarre maggiori vantaggi dal doversi concentrare su singoli progetti – piccoli o grandi che siano – da cui estrarre una o più componenti riusabili e rivendibili. 🙂

Stay tuned!

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Web verticale vs Web orizzontale

Da un po’ di tempo mi interrogo se nel web la verticalizzazione sarà più futuribile dell’integrazione di vari temi, categorie, mestieri, etc.

I portali – quelli del web 1.0, che facevano di tutto di più – stanno sparendo ma sempre più c’è l’esigenza di filtrare l’informazione, di non avere troppi punti di accesso, di non disperdere le proprie informazioni ed interessi. Di questo ne sono certo ed è un altro punto di discussione, ma allo stesso tempo si sente l’esigenza di avere siti web specializzati che risolvano al meglio uno specifico problema.

Probabilmente la verità sta nel mezzo e vincerà la forte specializzazione verticale integrata da una qualche intelligenza superiore (riconducibile al web semantico?).

Staremo a vedere e se potrò anche fare, farò! 🙂