Auguri, riflessioni sul 2009 e propositi per il 2010

E’ il primo anno che posso concludere con la possibilità di scriverne sul mio blog. Credo sia un’occasione interessante per dare uno sguardo al passato e un’idea di cosa ci potrà essere all’orizzonte…

Quest’anno è stato davvero incredibile, sono successe tante cose (belle e brutte) nella mia vita personale e professionale, non mi sarei aspettato tutto questo alla fine del 2008…è importante avere dei piani ma bisogna essere sempre pronti a cambiarli rapidamente all’ultimo momento.

Vediamo i punti salienti del 2009

Il primo evento, il più importante, a cui penso sempre è stata la morte dell’amica Elena, nonché socia nella locanda che ho insieme a Monica (mia moglie) e Valerio (caro amico): questo evento mi (ci) ha letteralmente sconvolto, mi ha condizionato nelle scelte che ho fatto e continuerà sicuramente a farlo. Non potrò mai dimenticare queste parole di Elena:

Conoscere, per mettere in discussione noi e ciò che noi crediamo sia la verità.
Osare, perchè dobbiamo avere il coraggio di percorrere il nostro cammino.
Volere, perchè senza volontà ogni sforzo è destinato a fallire.
Restare in silenzio, per acquisire la quiete interiore e udire la voce dell’Anima.

Lei restava spesso in silenzio per ascoltare gli altri, aveva decisamente voluto aprire la locanda spalleggiando Monica per venire a vivere in montagna ed imparare il mestiere di cuoca. Aveva anche osato, licenziandosi dal lavoro di architetto ma era finalmente riuscita a coronare il suo sogno…

Quest’anno mi sono licenziato dal lavoro dipendente a Yoox anche se a malincuore perchè mi trovavo bene ma mi sono reso conto che era un passo importante per portare avanti i progetti imprenditoriali che mi frullavano per la testa. Ho comunque mantenuto un rapporto di “amicizia” con Yoox e da ottobre sto facendo consulenza nel reparto tecnologico…

Proprio ieri io e Alberto siamo usciti allo scoperto con il nostro “bambino”: Blomming.com. Una piattaforma di e-commerce personale che permette a chiunque di vendere dove preferisce – sul proprio blog, sito professionale, Facebook o altro. Per ora stiamo sviluppando la prima versione (alpha) e contiamo di far testare la piattaforma agli utenti nei primi mesi del 2010. Qui la pagina di about e qui l’account Twitter se volete seguirci. 🙂
Tutto è cominciato il 7 gennaio, da una mia mail ad Alberto (che non conoscevo, avevo trovato il suo profilo in rete nel First Generation Network) in cui gli parlavo di un progetto che unisse arte e web 2.0…poi dopo una lunga telefonata abbiamo iniziato a lavorare insieme tra le mille peripezie di quest’anno. Il progetto originale si chiamava LikePicasso che ora è diventato il nostro primo test di community in forma di blog/magazine, http://Blomming.com/Likepicasso: è un luogo dedicato a “chi fa cose”: artisti, artigiani, designer, stilisti o semplici appassionati. Per i dettagli di tutta la storia potete vedere il post di Alberto di stamattina.

Quest’anno io e Monica ci siamo anche sposati. Il 17 maggio la festa formale e il venerdì successivo la festa informale. 🙂 Siamo stati molto felici di farlo e le feste sono riuscite bene (alla Canonica, of course), a parte il terribile acquazzone comprensivo di grandine, per fortuna durato solo 10-15 minuti.

Io, Valerio e Monica, con l’essenziale aiuto del nostro chef Michele, abbiamo chiuso il primo vero anno della locanda, inaugurata ad agosto 2008. Non abbiamo uno storico per renderci conto di quanto la crisi abbia influito o meno nel bilancio ma tutto sommato siamo contenti: siamo cresciuti rispetto al 2008 e abbiamo raggiunto il (modesto e conservativo) budget prefissato. Tante idee e novità per il 2010!

Nel 2007 avevo iniziato il corso AIS per diventare Sommelier, un puro hobby tornato utile alla locanda. Quest’anno, avendo fiutato gli impegni, ho rischiato di non concludere il terzo – ed ultimo – corso ma alla fine ho deciso di proseguire. Ora però mi aspettano gli esami, il 18 gennaio ed 1 febbraio…ancora non so come fare per incastrare tutto e riuscire a diventare Sommelier ma ci proverò! 😉

Quasi dimenticavo: abbiamo venduto la nostra (meravigliosa) casa di Bologna per comprarne una a Montalbano di Zocca, facendo però un mezzo trasloco visto che la nuova casa sarà pronta a marzo del prossimo anno. La scelta è nata ovviamente dall’esigenza di essere vicini alla locanda ma siamo molto felici di vivere in questo borgo antico immerso nella natura.

Sono successe tante altre cose, progetti iniziati, altri finiti e varie vicissitudini ma credo di essermi dilungato anche troppo…

Per il 2010 i miei obiettivi sono:

Professionali

  • Continuare lo startup di Blomming, che occuperà gran parte delle mie risorse e sinceramente ho molte speranze in una crescita veloce ma ora sono in “doing mode“, l’importante è fare. 🙂
  • Continuare a dare supporto alla Canonica per le attività di mia competenza…scelta vino, degustazione cibo, online marketing, sito web, servizio ai tavoli nei fine settimana (soprattutto estivi), contribuendo alla gestione per gli obiettivi di crescita previsti.
  • Continuare le attività di consulenza in ambito web/e-commerce/online marketing, in primis a Yoox, cercando di bilanciare adeguatamente l’impegno su Blomming in base a quanto accadrà nel corso dell’anno…
  • Imparare tante cose nuove su tutto: come fare impresa, marketing, tecnologia, etc.

Personali

  • Fare più sport: vivo immerso nella natura, è scandaloso non prendersi mai qualche oretta per un po’ di sport all’aria aperta. Penso principalmente a trekking, mountain bike e tennis.
  • Diventare Sommelier
  • Imparare ad incastrare gli impegni in modo più metodico recuperando qualche ora di sonno, ogni tanto… 🙂
  • Vorrei dire “avere più tempo libero” ma so già dove andrebbe a finire…
  • Fare più viaggi: a me piace molto viaggiare e gli ultimi due anni sono stati sacrificati in questo senso per vari motivi. Spero di vedere qualche nuovo interessante posto nel 2010!

Ora devo scappare, magari nei prossimi giorni aggiungerò qualcosa che mi verrà in mente.

Intanto vi auguro un sereno Natale ed un magnifico 2010 pieno di imprevisti positivi e di sogni realizzati! 🙂

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Pillole di startupping #1

Ho pensato di condividere alcune idee che ritengo interessanti su come approcciare, mentalmente e praticamente, l’avvio di una startup (principalmente tech/web/mobile).

Andando contro la mia indole, che tende a schematizzare ogni cosa, ho pensato di scrivere brevi post in una sorta di “rubrica” in cui raccogliere i diversi spunti in modo non ordinato…Confesso che scriverò queste cose principalmente come promemoria per me stesso! 🙂

  • Non contano le idee, ciò che conta è la loro realizzazione
  • Seguite il Cult Of Done Manifesto. Fate come me ed Alberto e stampatevene una copia di fianco alla vostra scrivania…
  • E’ giusto fare un business plan, magari a 5 anni. E’ un esercizio utilissimo e fondamentale ma i fatti sono altro: sviluppate il prototipo della vostra idea ASAP.
  • Usate il Pomodoro (o la mia tecnica mista GTD + Pomodoro) non solo per lo sviluppo ma anche per la gestione delle altre attività quotidiane. Vi sarà utile sia per avere una visione d’insieme che per misurare nel dettaglio dove state andando, il tempo che ci mettete e dove ci sono gli eventuali sprechi
  • Usate Basecamp, Google Sites, Docs e/o qualunque altro sistema che possa agevolare e facilitare lo scambio di informazioni online tra chi partecipa al progetto insieme a voi
  • Preferite una breve e puntuale call su Skype o qualunque altro sistema di videochiamata con i vostri soci/collaboratori piuttosto che una pesante e inutile riunione di un giorno…non c’è tempo!
  • Parlando con qualunque interlocutore (soci, collaboratori, investitori, etc.) andate sempre dritti al sodo e niente giri di parole…non c’è tempo!
  • Si inizia con la passione e si continua con i soldi
  • Corollario del punto precedente: andate dagli investitori con una beta, prototipo o qualunque altra cosa che dimostri la vostra “passione” nel progetto e le vostre capacità di realizzarlo, poi i soldi (forse) arriveranno… 🙂
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Heroku e l’addio al sistemista

Premessa: questo post tratta un argomento un po’ tecnico anche se cercherò di scrivere in linguaggio comprensibile a tutti.

Heroku è una piattaforma multi-tenant di hosting basato su cloud computing (in particolare si appoggia ad Amazon EC2) per qualunque applicazione sviluppata in Ruby (quindi supporta non solo Ruby On Rails ma anche Sinatra, Merb, etc.). Maggiori dettagli li trovate qui.

La cosa interessante è che Heroku nasconde diverse complessità che altrimenti bisognerebbe considerare quando arriva il momento di pubblicare in produzione un servizio web. Il titolo del post è volutamente provocatorio per indicare l’assenza della necessità di supporto sistemistico durante il deploy di un’applicazione su Heroku: può essere effettuato tutto in modo sicuro e “programmatico” attraverso dei semplici script Ruby.

Questo a mio avviso chiude il cerchio colmando il gap dei sistemi di cloud computing che agiscono ad un livello più basso (come Amazon EC2) e che forniscono quindi infrastrutture di base – i.e.: la virtualizzazione dell’hardware – lasciando all’utente la gestione dei sistemi, che ovviamente può consentire una maggiore flessibilità ma in alcuni casi può anche essere un freno.

Le caratteristiche più interessanti comprese nel “pacchetto” Heroku sono:

  • Possibilità di scalare “on demand” con un click (utile anche per gestire picchi di traffico momentanei)
  • “Instant deployment”
  • Add-ons: funzionalità aggiuntive come Amazon RDS for MySQL, supporto nativo per Memcached e WebSolr (ovvero server integrati nella piattaforma utilizzabili come servizi da non dover gestire), domini custom, etc.
  • Architettura multi-tenant robusta e sicura
  • Ottima infrastruttura sottostante (Amazon EC2, come detto sopra)

I prezzi dato il servizio non sono stratosferici e c’è anche una versione free.

Se usate Ruby il mio consiglio è di provarlo, soprattutto se siete una startup: potrebbe essere la piattaforma in grado di far andare la vostra applicazione online…prima, meglio ed abbattendo i costi!

Altri servizi interessanti da prendere in considerazione (anche se meno innovativi di Heroku nel deploy) sono: EngineYard (solo per Ruby) e RackSpace Cloud (per PHP, ASP, .NET, JEE).

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Tesicamp: un evento originale da ripetere

Venerdì ho partecipato (come spettatore) con molto piacere al Tesicamp, una giornata originale nata da un’idea di Alberto D’Ottavi, Luca Galli ed Ivan Montis, aiutati da un team di validissimi collaboratori. In poche parole si è trattato di un evento in stile barcamp ma più precisamente, citando il sito ufficiale: “Un incontro tra laureati, laureandi e mondo del lavoro. L’idea è di rovesciare l’aula classica: gli studenti presentano e tutti gli altri commentano”.

Ci sono state molte presentazioni interessanti, citandone solo alcune ad esempio: “Le strategie di marketing online delle aziende del settore della moda: dall’e-commerce al web 2.0” di Silvia Azzolina, “SEND.ME, Simoli digitali per viaggi reali” di Valentina Locatelli, “Travelr! Sharing knowledge through travelers” di Angelo Perone, “Customer Care on Line: nuove frontiere della comunicazione nella rete” di Piero Tagliapietra e tante altre (mi dispiace non poterle inserire tutte). Da citare anche l’interessante indagine presentata da alcuni studenti del Social Media Lab sullo status updating intitolata “Update your mind”: ben strutturata, approfondita e ricca di contenuti.

Carina e ben riuscita anche la tavola rotonda moderata da Alberto a fine giornata; più di un’ora passata molto velocemente con:

  • laria Bonetti – Innovhub, azienda  speciale della Camera di Commercio di Milano per l’Innovazione
  • Giorgio D’Amore – Presidente Giovani imprenditori di Assolombarda
  • Lisa Di Sevo – Associate di Dpixel
  • Ruggero Eugeni – Direttore Almed Università Cattolica
  • Fabiano Lazzarini – Direttore generale IAB Italia
  • Piero Rivizzigno – Fondatore Glossom

Magari ci fosse stato il Tesicamp ai miei tempi! Con la tesi “Sviluppo dell’infrastruttura di trasporto per un sistema ad agenti mobili integrato con il web” (comprensiva di applicazione completamente funzionante) avrei sicuramente riscosso un grande successo! 😉 Si, perchè il bello del Tesicamp è che non c’era un'”esasperata” esigenza di dover necessariamente fare business o cercare degli investitori: i ragazzi hanno presentato il loro studio di mesi o anni, le loro idee, i loro progetti in un clima in cui venivano condivise informazioni e scambiate opinioni in modo collaborativo e costruttivo.

Alcune idee, quelle progettuali che hanno la potenzialità di diventare una startup, possono essere perfezionate su alcuni aspetti come: modello di business, analisi del mercato, strategie di marketing e di crescita, distribuzione, metriche, etc. ma per fare questo, che magari vedremo in un prossimo Tesicamp, le prime cose sono: volontà, duro lavoro, un po’ di follia e soprattutto passione per quello che si fa…ma vi assicuro che in particolare di quest’ultima ce n’era tanta!

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Retaggio informatico per organigramma piatto

E’ da un po’ che avevo in mente di scrivere un post con un titolo del genere. Sono capitato per caso in un’intervista ad Eric Schmidt, CEO di Google, di qualche mese fa che mi ha particolarmente stimolato a pubblicarlo.

BD842-OrganigrammaLa parte dell’intervista su cui vorrei soffermarmi è questa considerazione:

“The new phrase is of course network-based organization. And we think that Google is probably the best example of a network-based organization. Very flat, very non-hierarchical, very much informal in culture and ideas – ideas come from everywhere…”

Io sono completamente d’accordo: sicuramente non è semplice da realizzare ma le aziende basate su svariati livelli gerarchici sono ormai “vecchie”, generano meno valore e innovazione e non creano le giuste condizioni per stimolare creatività e passione nel lavoro dei propri dipendenti.

Il paradigma informatico che mi viene in mente per esprimere una similitudine con questo tema è la differenza tra l’utilizzare un sistema gerarchico ad albero per organizzare le informazioni, contro un sistema basato su tagging: il primo è più rigido, schematico e piatto, mentre il secondo è più flessibile, versatile e più ricco di contenuti.

Mi immagino che in un’azienda basata su “tagging” vi siano dei gruppi di lavoro staffati a progetto, per tematiche aziendali, l’insieme trasversale dei due o qualunque altra cosa che calzi al meglio i bisogni dell’azienda. I leader di questi team possono essere intercambiabili, magari a rotazione (in modo che tutti si possano cimentare su tematiche diverse) e responsabilizzati nel coordinamento dei progetti. E’ chiaro che queste logiche faranno naturalmente emergere meritocraticamente le persone più esperte o più capaci, ma è sicuramente un sistema per far crescere tutti in modo uniforme e stimolante.

Alcuni benefici indiretti di un approccio di questo tipo sono anche: la maggiore condivisione delle informazioni aziendali, l’omogeneità delle soluzioni realizzate (che spesso con la separazione rigida di responsabili e team a livello gerarchico vengono un po’ a mancare), un maggiore affiatamento delle persone ed un minore turnover dei dipendenti.

Per ora non ho ancora avuto esperienza diretta di quanto espresso sopra ma spero di riprendere l’argomento a breve anche con qualche esempio pratico! 😉

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alberi vs tags

(creare la categoria Fare Impresa 2.0?)

Equilibrium

Non il film (che tra l’altro consiglio di vedere, dove recita uno dei miei attori preferiti :)), ma la capacità di un’azienda (particolarmente se startup) di dare il giusto peso alla parte di consulenza, progetti innovativi per sviluppare prodotti e progetti grandi che potrebbero “risucchiarla”.

Per qualcuno da prendere senz’altro in considerazione – di cui consiglio la lettura anche di questo articolo – una startup è un’azienda che, in prima istanza, sviluppa e vende un prodotto, non servizi di consulenza; di seguito l’estratto principale di questo concetto a mio avviso molto interessante:

But isn’t the consulting company itself startup? No, not generally. A company has to be more than small and newly founded to be a startup. There are millions of small businesses in America, but only a few thousand are startups. To be a startup, a company has to be a product business, not a service business. By which I mean not that it has to make something physical, but that it has to have one thing it sells to many people, rather than doing custom work for individual clients. Custom work doesn’t scale. To be a startup you need to be the band that sells a million copies of a song, not the band that makes money by playing at individual weddings and bar mitzvahs.

Io penso che non ci sia una verità assoluta e che molto dipenda dall’idea, dal tipo di business e dalle persone che lo sviluppano. Quindi per qualunque startupper vale sicuramente la pena farci qualche ulteriore riflessione in merito, sulla base delle specifiche dinamiche della sua impresa…

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Non il film (tra l’altro particolare, dove recita uno dei miei attori preferiti) ma il fatto che nei prossimi mesi dovrò trovare un giusto equilibrio tra progetti di consulenza, progetti innovativi sul web e progetti grandi che potrebbero “risucchiarmi”

Ciao Yoox!

Non posso far passare inosservato questo giorno: l’ultimo che trascorrerò in Yoox come dipendente.

Mi dispiace (davvero!) abbandonare i colleghi, che in questi anni sono diventati anche amici e che ovviamente mi hanno insegnato molto.

L’esperienza in Yoox è stata estremamente positiva: sinceramente non me ne sarei mai andato per un altro lavoro dipendente, ma sto cercando di coronare il mio sogno di fare l’imprenditore, il che implica alcune scelte conseguenti…Spero comunque di poter collaborare e offrire in futuro i miei prodotti e servizi a questa azienda giovane e dinamica. 🙂

Gli addii non mi sono mai piaciuti e, particolarmente in questo caso, non mi resta che dire: Ciao Yoox! Ci rivedremo in qualche prossima avventura!

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Enterprise 2.0

Enterprise 2.0 è ormai un termine dal significato consolidato ma, soprattutto nel nostro Paese, sono davvero poche le aziende che ne apprezzano le possibilità dei processi e modelli organizzativi nonchè degli strumenti a disposizione. Un po’ come per il web 2.0, non si tratta dell’utilizzo di nuove tecnologie ma piuttosto di un uso intelligente all’interno dell’azienda di servizi e strumenti già esistenti in altri contesti (blog, social network, wiki, SOA, EAI, sviluppo di API per l’esterno, etc.).

Questo può essere applicato sia allo scopo di ottimizzare e rendere più light i processi interni e sia per interfacciarsi in modo innovativo, social e – secondo me – futuribile verso i propri clienti.

Ancora non ho creato delle categorie nel blog ma “Enterprise 2.0” potrebbe essere una di queste visto che ho alcune personalissime idee da condividere su come implementare processi innovativi nelle piccole e medie imprese un po’ a tutti i livelli aziendali…

La scelta del nomeLa scelta del nome

Sottotitolo: l’importanza di chiamarsi Junior.

Parlare del logo mi ha fatto venire voglia di scrivere due righe sul nome.
njvitto
è un acronimo che uso da un bel po’ come account nei vari servizi online e per la posta personale.
Quando ho dovuto dare un nome alla mia impresa cercavo qualcosa di: non troppo italiano, semplice e facile da ricordare e significativo. Tralasciando la difficoltà di trovare qualcosa che mi soddisfacesse, la soluzione era sotto agli occhi, tutto per merito dello Junior che, con la sua iniziale, rende più interessante il semplice acronimo…O almeno a me sembra così!