Retaggio informatico per organigramma piatto

E’ da un po’ che avevo in mente di scrivere un post con un titolo del genere. Sono capitato per caso in un’intervista ad Eric Schmidt, CEO di Google, di qualche mese fa che mi ha particolarmente stimolato a pubblicarlo.

BD842-OrganigrammaLa parte dell’intervista su cui vorrei soffermarmi è questa considerazione:

“The new phrase is of course network-based organization. And we think that Google is probably the best example of a network-based organization. Very flat, very non-hierarchical, very much informal in culture and ideas – ideas come from everywhere…”

Io sono completamente d’accordo: sicuramente non è semplice da realizzare ma le aziende basate su svariati livelli gerarchici sono ormai “vecchie”, generano meno valore e innovazione e non creano le giuste condizioni per stimolare creatività e passione nel lavoro dei propri dipendenti.

Il paradigma informatico che mi viene in mente per esprimere una similitudine con questo tema è la differenza tra l’utilizzare un sistema gerarchico ad albero per organizzare le informazioni, contro un sistema basato su tagging: il primo è più rigido, schematico e piatto, mentre il secondo è più flessibile, versatile e più ricco di contenuti.

Mi immagino che in un’azienda basata su “tagging” vi siano dei gruppi di lavoro staffati a progetto, per tematiche aziendali, l’insieme trasversale dei due o qualunque altra cosa che calzi al meglio i bisogni dell’azienda. I leader di questi team possono essere intercambiabili, magari a rotazione (in modo che tutti si possano cimentare su tematiche diverse) e responsabilizzati nel coordinamento dei progetti. E’ chiaro che queste logiche faranno naturalmente emergere meritocraticamente le persone più esperte o più capaci, ma è sicuramente un sistema per far crescere tutti in modo uniforme e stimolante.

Alcuni benefici indiretti di un approccio di questo tipo sono anche: la maggiore condivisione delle informazioni aziendali, l’omogeneità delle soluzioni realizzate (che spesso con la separazione rigida di responsabili e team a livello gerarchico vengono un po’ a mancare), un maggiore affiatamento delle persone ed un minore turnover dei dipendenti.

Per ora non ho ancora avuto esperienza diretta di quanto espresso sopra ma spero di riprendere l’argomento a breve anche con qualche esempio pratico! 😉

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alberi vs tags

(creare la categoria Fare Impresa 2.0?)

CRM 2.0 (con le mappe mentali)

Ero da un po’ di tempo alla ricerca di un sistema semplice e funzionale per fare un mio piccolo sistema di CRM, in cui collezionare le aziende e persone che conosco o con cui collaboro al fine di tenere sotto controllo al meglio le relazioni e i progetti.

Ho provato diversi tool 2.0 come  Highrise e Zoho CRM, escludendo a priori sistemi troppo complessi e quindi inadatti alla mia piccola realtà come Sugar CRM e Sales Force, che comunque conosco abbastanza bene. Tuttavia non sono riuscito a trovare in un’applicazione “preconfezionata” quello che faceva al caso mio, credo perchè per questo genere di cose dettare il workflow può essere troppo restrittivo, bisogna lasciare agli utenti la libertà di decidere come organizzare i propri dati e processi. Inoltre in alcuni casi, a mio avviso, i costi sono davvero troppo elevati e parzialmente giustificati (come nel caso di Highrise, adoro i prodotti 37signals ma a volte sono davvero troppo cari!); comunque non voglio entrare troppo nel merito dei sistemi che ho provato visto che non è lo scopo di questo post…

Dopo un po’ di ricerche qualche giorno fa mi è venuta un’idea: perchè non usare una o più mappe mentali per organizzarsi un proprio mini-CRM 2.0? Le avevo provate un po’ di tempo fa su consiglio di un amico e poi le avevo lasciate “nel cassetto”. La prima cosa che ho fatto è stata – ovviamente – cercare su Google se qualcun altro avesse già avuto la mia stessa idea e infatti ho trovato questo post da cui ho preso (per pigrizia :)) l’immagine che vedete di seguito (cliccate qui per vederla meglio).

mindmapping-for-getting-sort-of-crm-information

Ovviamente questa soluzione non è per tutte le aziende e professionisti, vale comunque la pena provare le diverse possibilità offerte dal mercato, ma questo mi sembra un metodo sicuramente originale, versatile ed economico. Inoltre potete utilizzare le mappe mentali per qualunque altro tipo di idea, progetto, brainstorming su cui riflettere e/o collaborare insieme ad altre persone.

Io attualmente sto usando FreeMind per la creazione di mappe mentali: è un tool free che basta e avanza per le mie esigenze, ma ne esistono anche altri a pagamento con maggiori funzionalità; personalmente sto facendo un pensierino su mindmeister, applicazione web 2.0 molto intuitiva disponibile anche offline (grazie a Google Gears) che offre la possibilità di editare le mappe collaborativamente in tempo reale, quindi sicuramente molto utile per le aziende e team di lavoro.

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Enterprise 2.0

Enterprise 2.0 è ormai un termine dal significato consolidato ma, soprattutto nel nostro Paese, sono davvero poche le aziende che ne apprezzano le possibilità dei processi e modelli organizzativi nonchè degli strumenti a disposizione. Un po’ come per il web 2.0, non si tratta dell’utilizzo di nuove tecnologie ma piuttosto di un uso intelligente all’interno dell’azienda di servizi e strumenti già esistenti in altri contesti (blog, social network, wiki, SOA, EAI, sviluppo di API per l’esterno, etc.).

Questo può essere applicato sia allo scopo di ottimizzare e rendere più light i processi interni e sia per interfacciarsi in modo innovativo, social e – secondo me – futuribile verso i propri clienti.

Ancora non ho creato delle categorie nel blog ma “Enterprise 2.0” potrebbe essere una di queste visto che ho alcune personalissime idee da condividere su come implementare processi innovativi nelle piccole e medie imprese un po’ a tutti i livelli aziendali…